Per orientarsi nelle difficoltà legate all’essere donna oggi può essere utile ascoltare una conferenza, leggere un articolo, vedere un film, partecipare a un dibattito.
Quella di Disturbo Bipolare è una diagnosi oggi molto diffusa, a volte anche fatta in autonomia, magari su internet, dalle persone che si rivolgono a un professionista in cerca di aiuto.
La definizione di Disturbo Bipolare mette in rilievo soprattutto le variazioni dell’umore: fasi di tipo depressivo si alternano ad altre di tipo euforico, cioè ipomaniacale, o molto molto euforico, cioè maniacale. Qualche volta l’umore può anche mostrare contemporaneamente o in rapida successione alcune caratteristiche di tipo depressivo e altre di tipo maniacale, configurando quello che si chiama un episodio misto.
“Sono su” o “sono giù” è quello che le persone dicono generalmente per descrivere il loro stato. Maggiore è l’intensità di questo “su” e “giù”, più il quadro può diventare invalidante.
Generalmente il quadro è tale da richiedere una terapia farmacologica, che se ben dosata e seguita con attenzione può portare a un buon controllo dei sintomi relativi al “su” e “giù” e a una vita normale.
Quando si parla delle oscillazioni dell’umore del Disturbo Bipolare, spesso l’accento è posto sul fatto che il passaggio da una fase all’altra avverrebbe senza motivo, come se si trattasse di un interruttore che si accende e si spegne.
È certamente vero che non è facile – e spesso lo psichiatra non vi riesce – reperire un evento “scatenante”; questo non vuol dire però che non sia in gioco la soggettività del paziente, con le sue caratteristiche, le sue fragilità, le sue risorse. Il cambiamento da “su” a “giù” e viceversa è sempre una risposta a qualcosa che ha turbato un equilibrio, e non tenerne conto rischia di rendere meno efficaci gli strumenti che si hanno a disposizione per affrontare questa condizione.
E la biologia, quanto conta? Si dice infatti che il disturbo bipolare presenti un’elevata familiarità. Anche su questo punto, è importante non dare risposte che semplificano eccessivamente. Capita certo che in uno stesso nucleo familiare ci siano più persone a cui viene diagnosticato il Disturbo Bipolare, ma non è possibile sapere quanto pesi in questi casi la genetica, quanto l’“esposizione ambientale” e quanto la risposta (inconscia) che ogni soggetto dà a tutto questo e che è sempre in rapporto con l’ambiente in cui è cresciuto.
Per questo motivo nella cura è importante concentrarsi non solo sulla terapia farmacologica, ma anche su una psicoterapia che accompagni il soggetto a saperne un po’ di più dei suoi “su” e “giù” e di conseguenza a occuparsene in un altro modo.
In Alia, la cura del Disturbo Bipolare, così come delle altre condizioni che procurano sofferenza, è affrontata dal punto di vista sia farmacologico sia psicoterapeutico, con la delicatezza e l’attenzione che ogni soggetto merita.
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