Per orientarsi nelle difficoltà legate all’essere donna oggi può essere utile ascoltare una conferenza, leggere un articolo, vedere un film, partecipare a un dibattito.
via Stoppani 12
Milano
Parleremo in chiave psicoanalitica dei due libri di Elena Ferrante “L’amica geniale” e “Storia della bambina perduta” per esplorare i legami di amicizia e capire l’importanza che possono avere nella vita di una donna: sorellanza, rivalità, affetto, amore, invidia, ammirazione e ricerche di se stesse.
“Vivevamo in un mondo in cui bambini e adulti si ferivano spesso, dalle ferite usciva il sangue, veniva la supporazione e a volte morivano. Si poteva morire di cose che parevano normali: se sudavi, se mangiavi le ciliegie senza sputare il nocciolo, se mangiavi la gomma americana, si poteva morire soprattutto se prendevi una botta alla tempia. La tempia era un posto fragilissimo, ci stavamo tutte molto attente”. (pag.28-29)
“In quell’occasione si dissolvevano all’improvviso i margini delle persone e delle cose. Aveva cominciato a provare orrore per le urla che uscivano dalle gole come se la loro sonorità obbedisse a leggi nuove e sconosciute. Le era montata la nausea, il dialetto aveva perso ogni consuetudine, le era diventato insopportabile il modo secondo cui le nostre gole umide bagnavano le parole nel liquido della saliva. Un senso di repulsione aveva investito i corpi in movimento, la loro struttura, la frenesia che li scuoteva, esseri mostruosi calati da qualche recesso del cielo nero”. (pag.85)
“I maschi diventavano furiosi di continuo ma alla fine si calmavano, mentre le femmine, che erano all’apparenza silenziose, accomodanti, quando si arrabbiavano andavano fino in fondo alle loro furie senza fermarsi più“.(pag 33)
“Così, di dispetto in dispetto, si prendevano a male parole se solo si incrociavano per strada o per le scale SUONI DURI E FEROCI. Fu da quel momento che cominciarono a farmi paura. Una delle tante scene terribili della mia infanzia finisce con l’immagine, per me ancora oggi insopportabile, delle due vicine che rotolano avvinte giù per le scale e la testa di una sbatte sul pavimento del pianerottolo, come UN MELONE BIANCO che ti è scappato di mano“. (pag.35)
“Mi impressionò subito perché era molto cattiva“. ( pag.27)
“Mi aveva preso a tradimento la bambola e l’aveva buttata in fondo ad uno scantinato“. (pg.25)
“Mi pareva che, già allora, che avevo poco più di sei anni, facesse di tutto per farmi capire che nella sua vita io ero superflua“. (pag.40)
“Da qualche parte, molto segreta di me pregustavo una scuola a cui lei non avrebbe mai avuto accesso, nella quale in sua assenza sarei risultata la migliore, e della quale avrei potuto parlarle vantandomi“. (pag. 88)
“Ho fatto molte cose nella mia vita ma mai convinta, mi sono sempre sentita un po’ scollata dalle mie stesse azioni. Lila invece aveva la caratteristica della determinazione assoluta“. ( pag.30)
“Qualcosa mi convinse che se fossi andata sempre dietro a lei, alla sua andatura, il passo di mia madre che mi era entrato nel cervello e non ne usciva più, avrebbe smesso di minacciarmi. Decisi che dovevo regolarmi su quella bambina, non perderla mai di vista“. (pag. 42)
“Mi dedicai allo studio e a molte altre cose difficili solo per restare al passo con quella bambina terribile e sfolgorante“. (pag. 43)
“Il mio libro era brutto perché non avevo saputo mimare la banalità scoordinata, antiestetica , illogica, sformata delle cose“. (pag. 292)
“Ascoltavo Lila e avvertivo la mia inconsistenza“. (pag. 424)
“Le avevo attribuito fin dall’infanzia un peso eccessivo e ora mi sentivo come sgravata. Finalmente era chiaro che ciò che ero io non era lei e viceversa. La sua autorità non mi era più necessaria, avevo la mia. Mi sentii forte, non più vittima delle mie origini, capace di dominarle, di dare loro una forma, di riscattarle” (pag. 244)
“Pensai che poiché il mio libro stava avendo sempre più successo e questo sanciva la mia autonomia da lei e dal suo giudizio cercasse di sminuirmi sminuendo le figlie che avevo fatto e la mia capacità di essere una buona madre“. (pag.302).
“C’entriamo sempre e soltanto noi due: lei che vuole che io dia ciò che la sua natura e le circostanze le hanno impedito di dare, io che non riesco a dare ciò che lei pretende; lei che si arrabbia per la mia insufficienza e per ripicca vuole ridurmi a niente come ha fatto con se stessa, io che ho scritto mesi e mesi per darle una forma che non si smargini, e batterla, e calmarla, e così a mia volta calmarmi“.(pag.244)
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