Per orientarsi nelle difficoltà legate all’essere donna oggi può essere utile ascoltare una conferenza, leggere un articolo, vedere un film, partecipare a un dibattito.
Trovarsi a essere madre può obbligare a confrontarsi con scenari familiari molto distanti dall’ideale che, più o meno consapevolmente, si era coltivato. L’incontro con un figlio/a si rinnova ad ogni tappa della sua crescita e può colpire una madre con la potenza di un’onda d’urto. L’idea di bambino che ci si era immaginata può infrangersi nel momento in cui si ha a che fare con il proprio figlio/a che risulta così diverso, così distante da ciò che si era desiderato.
Ogni figlio è investito di tante speranze e aspettative. Incarna da solo una prova di felicità alla quale si pensa che tutti hanno diritto. Non stupisce che questo bambino dal quale ci si aspetta tanto godimento non sempre sia all’altezza della soddisfazione attesa. Le differenze alle volte sono così marcate da poter dare ad una madre l’impressione che il proprio figlio/a sia talmente lontano che fatica a riconoscerlo come proprio. Una distanza che non si sa come affrontare, anche perché è accompagnata da un grande amore.
Quel che non va può anche arrivare a scardinare l’assetto di una famiglia: con un figlio iperattivo o oppositivo-provocatorio le interazioni si riducono a lunghe trattative, intervallate da improvvisi ed intensi conflitti. Nella frattura che si apre tra madre e figlio/a si annida un profondo senso di delusione: non c’è più nulla che assomiglia a quanto ci si era aspettate dall’essere mamma, rimane solo un profondo senso di desolazione. Sembra non resti altro che la stanchezza e l’ansia per averlo danneggiato.
Qualora una madre non riesca più a comprendere gli atteggiamenti del proprio figlio/a finisce per viverli come oppositivi, provocatori, come segni di ingratitudine. E di conseguenza si arrabbia. Comincia a circolare il sentimento del rifiuto, articolato in tutte le sue sfumature, fino all’odio. I brutti sentimenti parassitano la quotidianità facendo sentire una madre orribile, isterica, cattiva, odiosa, sgradevole. Questi sentimenti crescono e si radicalizzano sempre più quanto più il legame con il figlio/a viene tenuto al riparo da ogni interlocutore esterno.
Non bisogna avere paura di prendere le cose sul serio e parlarne per capire cosa è successo che lo/la ha fatto diventare così e cosa si può fare. Tempestivamente, senza lasciare che le cattive reazioni si ripetano fino a non cancellarsi più. Per trovare insieme le parole giuste da dire a ciascun bambino abbiamo creato lo spazio Maternità con la possibilità di fare una consultazione psicologica con una nostra esperta di problemi dei bambini.
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