Per orientarsi nelle difficoltà legate all’essere donna oggi può essere utile ascoltare una conferenza, leggere un articolo, vedere un film, partecipare a un dibattito.
Nel numero del 3 maggio 2014, l’Economist pubblica un articolo che intitola: “The glass precipice” (Il precipizio di vetro) in cui si interroga sul perché i capi donna nelle aziende falliscano più spesso dei capi uomo e vengano espulsi più facilmente. Una statistica sul mobbing di genere.
Secondo le statistiche citate dal settimanale britannico, “un mero 5% degli amministratori delegati (CEO) delle maggiori società del mondo sono donne. Ed è più probabile che esse siano licenziate, rispetto ai loro più numerosi colleghi maschi. Un 38% delle CEO donne che hanno lasciato il loro lavoro negli ultimi 10 anni sono state forzate a farlo in confronto al 27% degli uomini”.
Nell’articolo ci si interroga sulle possibili chiavi di lettura del fenomeno e si suggerisce che una chiave sul perché sia più probabile che le donne che fanno carriera siano licenziate rispetto agli uomini possa essere fornita da un’altra statistica secondo la quale il 35% delle CEO donne sono assunte dall’esterno dell’azienda, in confronto al 22% dei maschi. Ora -secondo il settimanale- gli outsider generalmente hanno probabilità più elevate di essere “buttati fuori” e questo può essere ricondotto a diversi fattori:
• è più probabile che ci si rivolga agli outsider per attività che versano in situazioni problematiche
• in generale gli outsider producono minori redditi per gli azionisti
• è meno probabile che gli outsider abbiano un network di supporto di amici che si stringano intorno nei momenti difficili
A queste considerazioni il settimanale aggiunge le riflessioni della psicologa dell’organizzazione Michell Ryan. Secondo la studiosa, accade che gli outsider uomini e donne vadano incontro a trattamenti diversi. Cioè, se è vero che gli outsider di entrambi i sessi si trovano di fronte alle stesse difficoltà, accade però che le donne attraggano una pubblicità sproporzionata quando incontrano problemi. Sembrerebbe, quindi, che gli errori delle donne facciano più notizia, con gli effetti che si possono immaginare sulla loro reputazione.
L’articolo si conclude constatando che poiché altre statistiche dimostrano che la domanda di donne capo da parte delle aziende eccede l’offerta -da qui la volontà delle aziende di prenderle dall’esterno-le aziende dovrebbero impegnarsi di più nel creare una pianificazione di future donne CEO.
L’articolo permette di aprire almeno due questioni:
• come mai la domanda di donne capo eccede l’offerta? – Visto che si vorrebbero delle donne a capo dell’azienda, ma nessuna delle tante lavoratrici conosciute ha potuto essere considerata papabile per crescere nelle responsabilità dall’interno; – visto che per le donne più che per gli uomini si crede di trovare nello sconosciuto quel potenziale che a tutte le donne con cui si è lavorato fianco a fianco per anni non viene attribuito, – come mai è così difficile vedere in una collega donna una persona che potenzialmente può occupare posizioni di elevata responsabilità?
• Cosa fa sì che gli errori delle donne facciano più notizia? Il settimanale a questo proposito usa il termine “esseri esotici”, dicendo che le donne sono ancora -appunto- “degli esseri esotici nel giro dei capi”. Viene allora da constatare: qualcosa in una donna ancora scandalizza. La donna capo fa stupore, notizia, non riesce a rientrare nell’ordinario, nell’errore comune, nell’ovvio?
Le questioni sono complesse e toccano sia il rapporto che hanno i colleghi uomini con una donna capo, sia il rapporto che hanno le colleghe donne con una donna capo, sia ancora il rapporto che ha una donna con le proprie posizioni di leadership, e più radicalmente a riflessioni sul concetto stesso di femminilità.
Vi è anche una prospettiva più “organizzativa” dalla quale si può guardare al problema, costatando che le “fantasie” di un’organizzazione tendono a identificare più spesso in una donna la persona da espellere. Quest’ultima questione conduce direttamente a tutta la problematica del mobbing di genere, fenomeno in cui le vittime, come è noto, sono più frequentemente di genere femminile.
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